Report indagine affitti 22/23: quali trend?

Sep 15, 2023

Affitto a studenti: da Nord a Sud, in un anno,
i prezzi delle stanze in aumento in quasi tutte le città.
Bari +20%, Torino +17%, Pisa quasi il +59%.

 

Qualcuno lo ha chiamato caro-affitti; per altri è stato l’effetto inflazione. Qualunque nome si voglia dare, l’indagine annuale condotta da cercoalloggio.com, relativa al 2022/2023, conferma il trend: vivere in affitto da studenti in una città, da Nord a Sud, costa. Ogni anno, sempre di più.

È questo il principale quadro emerso dalla 5° indagine annuale nazionale sugli affitti nelle principali città universitarie italiane promossa e diffusa tramite i canali di cercoalloggio.com, il primo portale in Italia per l’affitto a studenti e fuorisede, di proprietà della nostra cooperativa HOMA.

Il questionario, promosso nel periodo compreso tra il 14/06/2023 ed il 22/08/2023, ha avuto anche questa volta l’obiettivo di indagare il mercato degli affitti e registrare dati circa i prezzi delle stanze e le abitudini sui contratti d’affitto.

L’indagine ha raccolto le risposte di circa 1000 persone, tra questi studenti (72%), dottorandi/ricercatori/ docenti (5,4%), e lavoratori – o anche studenti lavoratori – (più del 18,3%), che per la gran parte vivono in affitto in Puglia (47,4%), regione in cui è nato il servizio.

In riferimento al dato delle città pugliesi, gli utenti coinvolti dichiarano che negli ultimi 12 mesi hanno vissuto o attualmente vivono in affitto nelle città di Bari (14,3%), Lecce (27,4%), Foggia (5,7%), Taranto (1,5%).

Il 74,6% abita in un appartamento, di cui la gran parte occupa una singola (l’86,6%) mentre una piccola percentuale condivide con altri inquilini una stanza doppia (il 13,3%). Un dato in aumento rispetto allo scorso anno, che dimostra quanto il timore del Covid – e dunque la possibilità di condividere una stanza con una persona sconosciuta – non sia più avvertito come minaccia da parte di chi cerca casa.

Relativamente ai prezzi medi di affitto (escluse le utenze), ecco i principali risultati emersi – esclusi di utenze – per una camera singola (soluzione principalmente richiesta) nelle principali città universitarie:

  • a Bari gli intervistati pagano un canone di affitto compreso tra 240€ e 379€ per un canone medio di 302€ (con un aumento quindi di quasi il +20%; lo scorso anno era 252€ );

  • a Foggia gli intervistati dichiarano di pagare un canone compreso tra 200€ e 259€ per una media di 229,5€ (dato rimasto invariato rispetto allo scorso anno);

  • a Lecce gli intervistati hanno dichiarato di pagare un canone di affitto compreso tra 180€ e 299€ per un canone medio di 231,5€ (con un aumento quindi del +9,5%; lo scorso anno il canone medio era di 209,5€);

  • A Torino il prezzo medio di una stanza singola è di 354€, in aumento del 17,2% (nella scorsa indagine il prezzo medio era 302€);

  • A Milano, c’è stato un aumento del +7,1% (da 542€ del 2022 si è passati ad un prezzo medio dichiarato di 581€);

  • Infine Pisa, dove il prezzo per una singola aumenta del + 58,8% (se nel 2022 il prezzo medio era di 240€, nel 2023 si arriva a 379€).

Per quanto riguarda le informazioni sul contratto di affitto, il 74,6% dichiara di aver sottoscritto un regolare contratto di affitto con consegna della ricevuta di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate; il 18,2% ha firmato il contratto ma senza ricevere la ricevuta di registrazione dal proprietario, mentre il 7,1% dichiara di non aver firmato alcun contratto di locazione.

L’8,2% degli intervistati ricorda di aver sottoscritto un contratto a canone transitorio; 21,4% transitorio per studenti universitari, il 7,5% canone concordato e il 2,8% a canone libero.

Il 60,2% dichiara di non conoscere la differenza tra le varie tipologie contrattuali o di non ricordarlo. Questo dimostra ancora un certo distacco o disinteresse sul tema contrattuale da parte di chi cerca casa, che spesso non conosce agevolazioni o incentivi circa la tipologia di contratto che conviene sottoscrivere (spesso in caso di detrazioni).

Per quanto riguarda le modalità di ricerca dell’alloggio, si mantiene in linea con lo scorso anno il numero di utenti che ha utilizzato portali specifici di affitto, ma i social network rappresentano sempre un porto sicuro, tra pagine e gruppi dedicati all’affitto: il 74,6% dichiara di aver utilizzato siti web specializzati nell’affitto, siti di agenzie ecc.; mentre il 56,3% ha continuato ad affidarsi ai social network.

Tutti i canali tradizionali (bacheche universitarie 6% e classiche agenzie immobiliari 9,5%) vengono utilizzati sempre meno, con un leggero aumento rispetto agli anni precedenti del passaparola (10,6%). Un dato che può dimostrare che, essendo sempre più difficile trovare alloggi e non fidandosi più completamente dei privati o siti senza verifica degli immobili (tanti i casi truffe), chiedere ad amici/persone o conoscenti è diventato un modo per evitare fregature o perdite di tempo.

In questa logica di complementarietà tra canali tradizionali e digitali, il servizio “Cerco Alloggio”, attivo ormai in 14 città d’Italia, ha dimostrato di essere noto al target di studenti e fuori sede e ormai punto di riferimento per chi cerca casa.

Più della metà degli intervistati (il 64,5%) ha espresso un grado di giudizio molto/abbastanza soddisfacente del servizio, dichiarando di esserne venuto a conoscenza principalmente attraverso i social network.

***si tratta di un’indagine che annualmente l’ufficio marketing e comunicazione di cercoalloggio.com elabora per monitorare i trend del mercato degli affitti.